Le bombe italiane sulla guerra civile spagnola: una ferita ancora aperta

Le bombe italiane sulla guerra civile spagnola: una ferita ancora aperta
Tra il febbraio 1937 ed il gennaio 1939 i trimotori italiani Savoia-Marchetti colpirono più volte Barcellona e altre 143 località catalane. I raid aerei si inquadravano nelle operazioni di supporto militare che Mussolini ed Hitler garantirono a Francisco Franco. Su iniziativa di un’associazione antifascista è stata avviata un’azione legale contro gli autori dei bombardamenti. E anche il Comune si è costituito parte civile
di Mario Magarò
19 dicembre 2016

“Iniziare da stanotte azione violenta su Barcellona con martellamento diluito nel tempo”. Così recitava il telegramma inviato da Roma al Generale Velardi, capo dell’Aviazione Legionaria di stanza a Maiorca, il 16 Marzo 1938. Il capoluogo della Catalogna fu investito per due giorni consecutivi da 44 tonnellate di bombe, sganciate ad intervalli di 3 ore, che causarono circa mille morti tra la popolazione civile. Si trattò del bombardamento più duro sofferto dalla città durante la Guerra Civile spagnola, una violenza che suscitò la reazione sdegnata del Segretario di stato Usa appoggiato da Francia e Gran Bretagna.

r-foto-2Tra il febbraio 1937 ed il gennaio 1939 i trimotori italiani Savoia-Marchetti colpirono più volte Barcellona ed altre 143 località catalane, mentre gli Stuka della Legione Condor tedesca martellavano il fronte centro-settentrionale della Spagna. I raid aerei si inquadravano nelle operazioni di supporto militare che Mussolini ed Hitler garantirono a Francisco Franco nella Guerra Civile, risultando decisivi ai fini della vittoria franchista.

Gli attacchi avevano il duplice obiettivo di sfiancare la resistenza repubblicana e sperimentare la nuova tecnica dei bombardamenti a tappeto su obiettivi civili; una tattica militare impiegata su larga scala, successivamente, nella Seconda Guerra Mondiale. Il bilancio finale delle incursioni italiane fu di circa 5000 morti, cifra resa meno pesante dalla costruzione di migliaia di bunker antiaerei da parte della popolazione.

r-foto-3Nel 1998 il Parlamento tedesco ha presentato scuse ufficiali per la distruzione di Guernica, la cittadina basca rasa al suolo dall’aviazione nazista nel 1937. L’Italia, dal canto suo, non ha mai ammesso la propria responsabilità per i bombardamenti sulla Catalogna, allineandosi al “pacto del olvido” in vigore tra le istituzioni spagnole dopo la caduta del franchismo.

Un silenzio che ha indotto l’associazione “AltraItalia”, fondata da italiani antifascisti residenti a Barcellona, ad agire legalmente contro gli autori dei bombardamenti, accusati di violazione del diritto internazionale. La denuncia, presentata nel 2011 davanti al Tribunale centrale di Madrid, è stata inizialmente rigettata per incompatibilità territoriale, venendo accolta due anni più tardi dal Tribunale di Barcellona. A sporgerla formalmente sono state alcune vittime dei bombardamenti ancora in vita, appositamente sollecitate da “AltraItalia” che si è poi costituita parte civile. “Si tratta di una causa per crimini di guerra e lesa umanità, reati imprescrittibili secondo la giurisprudenza internazionale, contro i membri dell’Aviazione Legionaria responsabili dei raid su Barcellona” spiega a L’Espresso l’avvocato Anais Franquesa “I denuncianti sono Anna Raya, 85 anni, rimasta ferita dallo scoppio di una bomba, ed Alfons Cánovas, 95 anni, il cui padre fu ucciso mentre lavorava al porto. Si chiede all’Italia di fornire le generalità di tutti i militari coinvolti negli attacchi, così da stabilire chi è ancora vivo e dove risiede”.

L’obiettivo dell’azione legale è fare pressione sul governo italiano, in quanto istituzione succeduta nel tempo al regime di Mussolini, affinché garantisca una riparazione ufficiale per i reati contestati agli aviatori legionari. Il processo, ancora nella fase istruttoria, è stato finora contrassegnato dalla reticenza delle autorità di Roma a trasmettere informazioni sull’identità dei piloti, limitandosi a confermare il decesso di alcuni di loro.

Una condotta che ha generato forte tensione tra le parti, acuita dalla notizia della medaglia conferita dal Ministro della difesa a Luigi Gnecchi, pluridecorato aviatore che aveva operato in Spagna ed Inghilterra, per i suoi 100 anni. La scoperta dell’esistenza in vita di uno dei piloti ha spinto il magistrato titolare dell’inchiesta a presentare una rogatoria, non accettata, per interrogare Gnecchi sul ruolo avuto nella campagna spagnola; lo stesso ex militare ha poi dichiarato alle autorità italiane di non aver preso parte ai bombardamenti sulla Catalogna.

r-foto-1

Nell’ottobre 2015 il Comune di Barcellona si è costituito parte civile, una decisione in linea con il nuovo corso politico instaurato dall’elezione a sindaco di Ada Colau, come sottolinea l’assessore Jaume Asens: “Avevamo un obbligo giuridico e morale verso la cittadinanza, è una causa terapeutica per le vittime ed i loro familiari perché non si tratta di avvenimenti lontani nel tempo. Il governo italiano ci deve delle risposte”. Il processo ha assunto un importante significato storico, trattandosi dell’unica causa su reati commessi durante la Guerra Civile e la dittatura franchista attualmente aperta in Spagna. I militari italiani sono giudicabili perché non beneficiano della Legge di Amnistia del 1977, che ha impedito fino ad ora ogni giudizio sui crimini del franchismo.

Le bombe italiane sono una ferita ancora aperta nella società catalana, come dimostrano le numerose iniziative sorte in ambito pubblico e privato per mantenere viva la memoria di quegli anni. Un ricordo tragico, fortemente legato all’ideologia indipendentista che permea attualmente la Catalogna, di cui è espressione la campagna “Bombe di impunità”, presentata a Barcellona nei mesi scorsi. “Apparteniamo tutti alla società civile, alcuni provengono da associazioni di quartiere, altri dai sindacati…Ci accomuna il bisogno di ristabilire la verità storica sui bombardamenti e di garantire giustizia alla popolazione aggredita” raccontano alcuni sostenitori.

A differenza della causa intentata da AltraItalia, la campagna si dirige contro tutti i regimi (Spagna, Italia e Germania) coinvolti nella Guerra Civile, esigendo dagli attuali governi in carica un riconoscimento ufficiale delle violazioni di diritto internazionale perpetrate dai loro predecessori istituzionali ed un risarcimento simbolico per le vittime civili. Insieme ad attività di lobbying presso istituzioni locali ed europee, gli organizzatori si propongono di agire anche per via giuridica, facendo leva sulla responsabilità civile che ricade sui governi nel caso di crimini di guerra. Lo scopo, sottolineano con fermezza, è quello di chiudere i conti col passato una volta per tutte.

Font original: http://m.espresso.repubblica.it/attualita/2016/12/16/news/le-bombe-italiane-sulla-guerra-civile-spagnola-una-ferita-ancora-aperta-1.291384?ref=HEF_RULLO&refresh_ce

Video – Barcelona sota les bombes

http://btvdatalab.github.io/barcelona-800-dies-sota-bombes-/webDoc.html

Aquí tenim un video sincronitzat amb una animació que reflexa, sobre un mapa de l’època, on van bombardejar els feixistes Barcelona, entre l’any 1937 i el 1939.

Es un document gràfic molt ben fet, val la pena mirarlo i reflexionar, especialment als que coneixem la ciutat, ja que  podem canviar el mapa i veure on van caure les bombes sobre els carrers actuals.

Los bombardeos de la aviación alemana e italiana durante la Guerra civil en Aragón

Los bombardeos de la aviación alemana e italiana durante la Guerra civil en Aragón
(Extractos del libro El frente de Aragón, de José Mª Maldonado, Ed. Mira, Zaragoza 2007)

Sobre el uso de la aviación durante la contienda hay que destacar el esfuerzo de documentar las operaciones aéreas. En concreto, se tiene que destacar la importancia de la documentación italiana encontrada y consultada que ayuda a comprender –en la línea de los últimos estudios publicados– la importancia de la guerra aérea en la superioridad militar del bando franquista. [p. 13, Prólogo de Joan Villarroya]

La llamada fuera de nuestras fronteras «guerra de España» sirvió de campo de pruebas para el perfeccionamiento de algunas tácticas y de algunas armas, pero fue sobre todo la aviación la que obtuvo una mayor importancia y un gran desarrollo a lo largo del tiempo de lucha. Aragón fue testigo de este cambio y de la forma de uso de los aviones bombarderos, de los de caza, de la potencia de fuego empleada, de la táctica de apoyo y de la forma de arrojar las bombas para alcanzar los objetivos buscados. En nada se parecieron los bombardeos sufridos por los ciudadanos de Teruel, Huesca o Zaragoza durante los primeros días de la guerra con los que sufrió Alcañiz veinte meses después. Y en nada se parecieron el empleo de los aviones en las batallas de agosto del 36 al uso de la aviación en las de Belchite un año después, Teruel o, por supuesto, en la que, denominada de Aragón, acabó con el derrumbe de la zona republicana de la región. En este libro avanzamos algunos de los resultados de un más pormenorizado estudio propio, de próxima publicación, sobre el total de los 2.138 bombardeos que tuvieron lugar en Aragón a lo largo de toda la contienda y sobre su papel en la preparación, desarrollo y conclusión de las distintas batallas y ofensivas sobre suelo aragonés. [p. 21-22]

Durante el mes de noviembre [de 1937] tenemos contabilizados 44 bombardeos, 14 efectuados por los republicanos y algo más del doble, 30, por los rebeldes. De estos 30, hay servicios sobre aeródromos: el de la Puebla de Híjar; sobre puentes, como el de Sástago; sobre carreteras y sobre pueblos. Durante este mes se bombardearon los siguientes: Bujaraloz, Barbastro, Moneva, Angüés, Azaila, Montalbán, Sariñena, Grañén, Monzón, Caspe y Alcañiz, alguno de ellos en más de una ocasión. Destacaron los de Sariñena, Monzón y sobre todo el de Barbastro del día 3 de noviembre, con más de 100 muertos. Este bombardeo, junto con el de Alcañiz del 3 de marzo del año siguiente, fueron los que más víctimas produjeron a lo largo de toda la guerra en territorio aragonés, y también de los más mortíferos de toda España. Algo tuvieron en común ambas ciudades aragonesas, además del gran número de muertos: el de haber sido bombardeadas por aviones Savoia 79, pertenecientes a la Aviación Legionaria italiana. [p. 234-235]

Estas misiones encomendadas a la aviación tenían varios objetivos, como puede verse, todos ellos encaminados a llevar a feliz término la mayor ofensiva que se iba a dar en toda la Guerra Civil española. Si se quería movilizar a semejante cantidad de hombres con todo el material bélico disponible y que en ese momento se podía enviar a esa zona del frente, todas las precauciones eran pocas. Toda la aviación italiana, incluida la que operaba en las Baleares, toda la alemana y la gran mayoría de la hispana iban a contribuir a este fin. Se trataba de atacar antes de iniciarse la batalla allí donde pudiera hacerse daño: a las tropas de retaguardia, a los almacenes, a los talleres, a los centros de aprovisionamiento, a los nudos importantes de carreteras y, no lo olvidemos, a la población civil. El hecho de ordenar bombardear Caspe y Alcañiz era perseguir algo más que objetivos militares. Estas poblaciones estaban mucho más pobladas que al inicio de la guerra debido a la cantidad de personas que allí trabajaban y servían, por la importancia de los servicios militares y estratégicos de que disponían las ciudades. Si las bombas se lanzaban de manera indiscriminada, hubiera sido un milagro que no murieran personas civiles. No olvidemos que se buscaba desmoralizar a la población y a las tropas de retaguardia. Y eso es lo que ocurrió. Los primeros en recibir las bombas fueron los pequeños pueblos de Ejulve y Aliaga, el mismo día 1 de marzo [de 1938], en el que se da la orden. Al día siguiente fue la central de «La Afortunada». El día 3 sería la ciudad de Alcañiz la que sufriría, aunque no el mayor, sí el peor bombardeo, en cuanto al número de muertos, de toda la guerra en Aragón. No hubo objetivo militar alguno. Se buscaba desmoralizar a la población y los más de 250 muertos y más de 500 heridos lo consiguieron. Les seguirían los aeródromos de Almuniente y Sariñena, el día 4. Caspe e Híjar serían el día 6. Los puentes de Sástago y de Caspe el día 6 y el día 7. La Puebla de Híjar también el día 7 sufrió los bombardeos. Las órdenes se iban cumpliendo; la ofensiva se iba preparando. [p. 306]

La batalla que se inició en los diferentes momentos por el norte y por el sur del Ebro, y que luego continuaría por el sur hasta alcanzar el mar Mediterráneo y con ello conseguir la separación de Cataluña del resto de la zona republicana, fue acompañada de tremendos y terribles bombardeos de las aviaciones franquistas, la Hispana, la Aviación Legionaria italiana y la Legión Cóndor alemana. Fueron multitud los pueblos bombardeados y las tropas que se vieron atacadas, produciendo innumerables muertos, pero facilitando tremendamente la labor de las tropas de tierra, que en muchos momentos solo tenían que avanzar lo más rápido posible, pues carecían de enemigos a los que enfrentarse. Híjar y Torrevelilla, con casi una treintena de muertos civiles en cada uno de ellos, pueden dar fe de sus mortíferas descargas. Solo unos días antes del comienzo de la ofensiva, y como preparación de la misma, se produjeron otros bombardeos, donde destacó el que sufrió Alcañiz a las 4.10 horas de la tarde del 3 de marzo y donde murieron más de 250 personas, siendo uno de los más mortíferos de cuantos se produjeron en España a lo largo de toda la guerra. [p. 506]

Población Fecha Fuerza aérea Nº de muertos Otros datos
Caspe 18/10/1937 Av. Legionaria 11 10 aviones
Barbastro 3/11/1937 Av. Legionaria 150-200 Aviones Savoia-Marchetti 79
Alcañiz 3/3/1938 Av. Legionaria 250-300 14 aviones Savoia-Marchetti 79
Híjar 6/3/1938 L. Cóndor 22-30 8 bombardeos consecutivos
Caspe 6/3/1938 L. Cóndor 31
Andorra 12/3/1938 Av. Legionaria ? 14 aviones Savoia-Marchetti 79
Alcorisa 15/3/1938 Av. Legionaria ? 5 bombardeos

Fotografia del bombardeig de l’ Aviazione Legionaria delle Baleari sobre Barcelona el 17 de març del 1938

Bombardeig de l’ Aviazione Legionaria delle Baleari sobre Barcelona del 17 de març de 1938. A la foto, hi ha la imatge del moment en què una de les bombres impactà sobre l’Hospital de la Barceloneta. Foto presa pels mateixos aviadors italians.

Imatge cedida pel Centre d’Història Contemporània de Catalunya.

copyright_Barcelona_consulta bombard Barceloneta

Nous models bèl.lics: utilitzar la força aèria pel bombardeig indiscriminat i sistemàtic de la població civil

Bombardejos

En la Guerra Civil Espanyola es van experimentar nous mètodes bèl•lics. Entre ells, l’aviació va adquirir un protagonisme decisiu. Una forma d’utilitzar la força aèria va consistir en el bombardeig indiscriminat i sistemàtic sobre la població civil.

Així es va convertir la rereguarda en front de guerra i es van vulnerar tots els tractats i convenis internacionals que es van signar en finalitzar la Primera Guerra Mundial. Giulio Douhet, general italià, va ser un dels primers a teoritzar sobre la participació de l’aviació en els conflictes bèl•lics. En 1929, Douhet escriu: “L’objectiu de la lluita bèl•lica ha canviat: ja no és la força de l’adversari, és la resistència moral de la nació enemiga […] Sobre aquesta cauran els cops més formidables […] es desencadenarà una cursa espantosa cap a la massacre”.

A finals de juliol de 1936 Franco ja comptava amb el suport del feixisme europeu, que va ser determinant per aconseguir la victòria. En la guerra aèria Mussolini va contribuir amb l’Aviazione Legionaria i 764 avions. Hitler va aportar els militars que formaven part de la Legió Còndor i 277 avions. El conflicte espanyol també va servir com a camp de proves per a les aviacions italiana i alemanya, que estaven desenvolupant armament i tecnologia aplicats a l’eficàcia destructiva.

Els bombardejos de Benassal, Ares, Vila de Canes i Albocàsser

En aquest sentit, recentment, s’ha divulgat el motiu dels bombardejos dels pobles de Benassal, Ares del Maestrat, Vilar de Canes i Albocàsser, comarca de l’Alt Maestrat. Aquestes poblacions estaven allunyades del front de guerra i no tenien valor estratègic (veure Óscar Vives, membre del grup de Recuperació de la Memòria del segle XX de Benassal i coordinador de l’Exposició Experiments de la Legió Còndor a l’Alt Maestrat. (Es pot consultar el seu article Experiments de la Legió Còndor a l’Alt Maestrat, 1938. Revista L’Avenç, Barcelona, número 390, maig de 2013. Pàgines 37-43).

NousModelsBelics001
Carrer Major d’Albocàsser abans i després del bombardeig.

L’accés als arxius de la Legió Còndor demostren que aquests atacs van tenir com a objectiu comprovar la precisió dels bombardejos dels avions Stuka amb bombes de 500 quilograms.

També la ciutat de Barcelona va ser una de les més castigades pels bombardejos de l’Aviazione Legionaria. Mussolini va ser responsable directe dels moments més àlgids de la fustigació durant els dies 16, 17 i 18 del mes de març de 1938, en què van morir més de mil persones. La brutalitat dels bombardejos de saturació va tenir tant ressò internacional que Franco, després de trenta-sis hores d’atacs ininterromputs, va enviar a Roma dos telegrames ordenant aturar l’acció immediatament.

Fins ara les iniciatives polítiques empreses al parlament català i en l’italià perquè Itàlia demane perdó han fracassat. Itàlia, al contrari que Alemanya, s’ha negat sempre a assumir qualsevol responsabilitat institucional derivada de la intervenció feixista.

Efectes del bombardeig en la localitat d'Ares del Maestrat.
Efectes del bombardeig en la localitat d’Ares del Maestrat.

Setanta anys després dels fets, el 2009, es va fundar a Barcelona l’associació AltraItalia, que va agrupar ciutadans d’origen italià residents a la ciutat. Gent que provenien d’un ampli espectre de l’esquerra i compartien un sentiment comú de vergonya i indignació per la banalització de la política que han generat els governs de Berlusconi. AltraItalia criticava l’onada de revisionisme històric que pateix la societat italiana i defensava la necessitat del record i la reparació a les víctimes del feixisme. L’Associació es va proposar dur a terme una acció judicial contra l’estat italià com a resposta al negacionisme, a la manca d’excuses i compensacions i a les anomalies que planteja la realitat espanyola al voltant de la memòria històrica.  Es va considerar Itàlia responsable de crims de guerra i de lesa humanitat en bombardejar Barcelona entre el 13 de febrer de 1937 i el 29 gener 1939.

Bombardeig a la ciutat aragonesa de Casp.
Bombardeig a la ciutat aragonesa de Casp.

Els procediments judicials estableixen que les querelles s’han d’interposar contra persones concretes, en aquest cas els aviadors italians supervivents. Els demandants han de ser víctimes de l’acció dels denunciats. Els membres d’AltraItalia iniciaren contactes per trobar persones que estiguessin disposades a denunciar els fets, comptant amb el suport jurídic i la personació en la causa de l’Associació. Dos veïns del popular barri marítim de la Barceloneta, durament castigat per l’Aviazione Legionaria, van interposar les denúncies.

Al formalitzar l’acusació AltraItalia declarava que: “Entenem la denúncia dins d’un context de dret europeu i de construcció de les memòries compartides, però pensem que la reconstrucció d’aquestes memòries no és possible sense un clar i obert reconeixement de les culpes, que en aquest cas són particularment greus”. L’Associació exigia una indemnització simbòlica que comporte un acte oficial de disculpa. També proposava, en l’hipotètic cas que l’estat italià fóra condemnat i obligat a reparar econòmicament les víctimes, crear un fons per a la construcció i manteniment a Barcelona d’alguna infraestructura formativa o sanitària.

La denúncia es va presentar davant l’Audiència Nacional el 2 de juny de 2011 i, encara que es va admetre a tràmit, el tribunal es va declarar incompetent per raons d’àmbit territorial. Aquesta decisió deixava en suspens l’inici de les accions judicials fins que el passat 23 gener 2013 la secció X de l’Audiència Provincial de Barcelona es va fer càrrec de la querella i va iniciar el procediment judicial. La decisió va ser històrica ja que per primera vegada s’obria un judici a l’Estat espanyol sobre crims de guerra perpetrats pel bàndol franquista durant la Guerra Civil. Aquesta situació era possible perquè els membres de l’Aviazione Legionaria, cos expedicionari d’un país tercer que no havia declarat la guerra a la República, no queden protegits per la vergonyosa Llei d’Amnistia de 1977. Llei de punt final blindada per les posteriors lleis de Memòria Històrica que garanteixen la impunitat als criminals franquistes.

Casa de la Vila d'Albocàsser destruïda pel bombardeig de la Legió Còndor (maig de 1938).
Casa de la Vila d’Albocàsser destruïda pel bombardeig de la Legió Còndor (maig de 1938).

Tot i la manca absoluta de col·laboració en aquesta iniciativa per part d’institucions i partits polítics, fidels també en aquesta ocasió al “pacte de l’Oblit”, que ha marcat la mal anomenada transició espanyola, la interlocutòria de la secció X de l’Audiència Provincial recordava la Generalitat de Catalunya i l’Ajuntament de Barcelona la possibilitat d’actuar com a part activa en el procés. Implícitament es recordava a aquestes institucions que el seu paper és el d’acompanyar i donar suport a les víctimes dels fets, tal com ha succeït nombroses vegades a Itàlia en els judicis contra els crims comesos per l’ocupant nazi al final de la Segona Guerra Mundial.

Una de les conseqüències concretes de la decisió judicial és que s’obri la via perquè altres poblacions afectades pels bombardejos emprenguen accions legals i es personen en el procés. L’acusació difon aquesta possibilitat a Catalunya i a altres territoris devastats per l’Aviazione Legionaria, com en la vila sota aragonesa d’Alcorisa.

Respecte als aviadors que estan vius, i podrien ser encausats per delictes imprescriptibles de lesa humanitat, es té notícia de l’existència d’almenys quatre membres de l’Aviazione Legionaria que van intervenir en la guerra d’Espanya. Una dificultat afegida per a la identificació dels responsables concrets dels bombardejos és que, com a forma de protecció, les tripulacions entraven a territori espanyol amb identitat falsa.

La primera reacció de l’estat italià respecte a la denúncia va ser una declaració de col·laboració fidel amb la justícia espanyola. Al juliol de 2013 el Ministeri de Defensa italià va respondre a la primera comissió rogatòria internacional que li demandava les filiacions i el parador dels membres de l’Aviazione Legionaria amb base a Mallorca. Així es va facilitar a la magistrada titular del jutjat d’instrucció número 28 de Barcelona, Olalla Ortega, un llistat incomplet d’oficials d’alta graduació de l’Aviazione Legionaria que havien mort. Jaume Assens, un dels advocats dels denunciants declarava: “el Ministeri de Defensa només s’ha limitat a constatar la veracitat de les dades de quatre querellats identificats plenament per l’acusació”.

Malgrat el requeriment de la jutge, l’estat italià no ha aportat més informació de tots els supòsits participants en els bombardejos. La democràtica república italiana, com a responsable civil subsidiària dels fets jutjats, és conscient que la dilació en el temps és la seua major aliat perquè es declare l’arxiu de la causa. D’aquesta manera l’estat italià incompleix els tractats jurídics bilaterals, europeus i internacionals que l’obliguen a la col·laboració judicial.

Itàlia no es planteja fer cap acte simbòlic de desgreuge, ni de bon tros negociar una reparació econòmica, tot i que la guerra de 1936-1939 va ser una bona operació per a les seues arques: Franco va saldar religiosament el deute de guerra mitjançant pagaments que es van allargar fins la dècada dels seixanta.

Des de març de 2013 la jutge busca sense èxit els autors dels bombardejos. L’obstaculització a la justícia s’ha evidenciat durant la primavera passada, quan en els mitjans de comunicació apareixia la notícia que al mes de març s’havia condecorat l’exaviador Luigi Gnecchi en complir els 100 anys. La ministra de defensa italiana, Roberta Pinotti, felicitava de manera elogiosa el pilot, que havia fet mèrits per accions de bombardeig entre 1935 i 1943. A la fotografia publicada l’ancià Gnecchi se’l veia lluir amb orgull, entre altres, la primera medalla al valor per la seua participació en la Guerra Civil Espanyola.

A partir d’aquesta notícia, la jutge Ortega va tramitar la sol·licitud per crear una nova comissió rogatòria a la justícia italiana i poder desplaçar-se i interrogar Gnechi. Fins al moment les demandes de la jutge no han tingut resposta malgrat les gestions que s’estan realitzant emparades en organismes de coordinació judicial de la Unió Europea.

La demora ha provocat que els querellants, assessorats per l’historiador Xavier Domènech, plantegen una altra manera d’identificar els militars implicats. Els imputats van ser premiats pel govern espanyol, gest que implicava el cobrament d’una pensió de guerra des de 1938 a 1943. Se sospita que algunes distincions comportaven la percepció d’una assignació vitalícia, per la qual cosa s’ha sol•licitat a la magistrada que requerisca les dades dels pensionistes de l’Aviazione Legionaria al Ministeri de Defensa i al Ministeri d’Afers Exteriors del govern espanyol. Segons Domènech, “aquesta informació no és secreta, només cal voluntat política per fer-la pública i accessible”.

Mentrestant, el govern de Madrid i les institucions catalanes guarden silenci i miren cap a un altre costat. La passivitat és tal que no s’intueix ni un mínim incident diplomàtic per aquesta qüestió. Encara que semble inaudit, els representants institucionals dels bombardejats i els seus descendents estan fent cas omís a la possibilitat d’aconseguir justícia per als seus ciutadans. Una falta de reacció que demostra que la denúncia, aconseguisca els seus objectius o no, ha destapat una mica més la llosa d’impunitat sobre la qual es fonamenta l’arquitectura jurídica, política i institucional de la marca Espanya.

Petición a la Sociedad de Naciones, Marzo 1938

El 31 de marzo de 1938, Miguel Santalao, presidente del Consejo de Trabajo de la República Española, envió una petición al director de la Organización Internacional del Trabajo, en la que solicitaba que la Sociedad de Naciones condenara a Italia por el bombardeo sobre la ciudad de Barcelona, entre el 16 y el 18 de marzo de 1938, cuyo resultado fue la muerte de  más de 1000 civiles….

PeticioSociedadNaciones-01PeticioSociedadNaciones-02

Respuesta de la sociedad de Naciones
RespostaSociedadNaciones-01RespostaSociedadNaciones-02